I primi risultati arrivano come parte di una lunga indagine per verificare se il colosso dei social media non abbia rispettato il Digital Markets Act dell’UE o il DMA, la prima legge antitrust a concentrarsi sulle grandi aziende tecnologiche in una grande economia. Se la commissione confermasse la sua decisione finale, Meta potrebbe dover affrontare una multa pari al 10% delle sue entrate globali annuali.
L’UE ha affermato che il requisito di Meta secondo cui gli utenti pagano se non desiderano annunci personalizzati non conferisce loro il diritto di acconsentire liberamente all’uso dei propri dati personali e che la società non è riuscita a fornire loro un servizio equivalente utilizzandone di meno. I loro dati personali come richiesto dal DMA.
Meta ha affermato in una dichiarazione che ritiene che il suo modello di “abbonamento senza pubblicità” sia conforme al DMA.
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“Siamo ansiosi di avviare un ulteriore dialogo costruttivo con la Commissione europea per concludere questa indagine”, ha affermato l’agenzia.
La DMA è entrata in pieno vigore a marzo, con i sostenitori che l’hanno accolta come una legge fondamentale che impedisce alle grandi società Internet di abusare del loro potere di mercato a scapito dei consumatori. I critici hanno avvertito che un’eccessiva regolamentazione del settore Internet potrebbe avere un effetto frenante sull’innovazione.
Da allora, le autorità di regolamentazione dell’UE si sono mosse rapidamente. Lo stesso mese in cui è entrata in vigore la DMA, l’UE ha avviato indagini su Apple, Meta e Alphabet, con un termine di un anno per la conclusione delle indagini.
Meta ha introdotto a novembre un’opzione di pagamento o consenso per gli annunci nel mercato dell’UE, che consentirà agli utenti di controllare il modo in cui i loro dati personali vengono utilizzati per dimostrare alle autorità di regolamentazione dell’UE che sono conformi ai requisiti della DMA. Apparentemente i regolatori non ci credono.
Nei giorni scorsi l’Unione Europea ha dichiarato ad Apple e Microsoft che le loro pratiche commerciali violano le norme antitrust.